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Corruzione al Genio Civile: tutto quello che non ha convinto il Gip

By   /  3 Dicembre 2018  /  No Comments

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Nei giorni scorsi abbiamo parlato delle accuse che la Procura di Trapani ha mosso agli indagati dell’indagine denominata “Palude”.

Il Giudice delle Indagini Preliminari dott. Cavasino ha ritenuto, però, per alcuni capi di incolpazione, di  non condividere la tesi accusatoria. Ed è giusto parlare anche di questo aspetto. 

Sulla vicenda riguardante l’ipotesi corruttiva in atti giudiziari e falsità ideologica che coinvolge l’ing. Giuseppe Pirrello, Giovanni Lentini e i tecnici del comune di Castelvetrano Impellizzeri e Barresi, il G.I.P. scrive “dalle fonti di prova indicate dal pubblico ministero non è possibile desumere la sussistenza dei reati di corruzzione per atto contrario al proprio ufficio (art. 319 c.p.)  e di falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici (art. 479 c.p.), secondo la prospettazione accusatoria tra loro connessi essendo il secondo l’oggetto del patto corruttivo.

Premesso che il tenore delle conversazioni tra l’ing. Pirrello e l’avv. Lentini non consente una simile categorica conclusione….l’incarico del TAR è stato compiutamente evaso dall’ing. Pirrello, il quale nella sua relazione di consulenza tecnica datata 3maggio 2017 non ha fatto alcuna falsa attestazione né ha omesso dati che aveva l’obbligo di rilevare…per quanto riguarda invece il fatto di non aver riportato nella relazione la parte della bozza predisposta dal geometra Di Pasquale nella quale si evidenziava che bisognava riferirsi esclusivamente alla volumetria geometrica, non è chi non veda come non si tratti di una “dichiarazione” fatta a un pubblico ufficiale obbligato per legge a riprodurla in un suo atto pubblico, bensì di un mero parere, ultroneo, anche se chiaramente corretto, e comunque non richiesto dal TAR, circa l’interpetazione del bando di finanziamento spettante ai giudici amministrativi che non aveva motivo alcuno di essere riportato nella relazione della chiesta verificazione tecnica”.

In definitiva l’ing Pirrello non ha omesso di indicare nella sua relazione alcun oggettivo elemento rilevante per la giusta decisione della controversia pendente davanti al TAR di Palermo tra la società rappresentata dall’avv. Lentini e la C.R.I.A.S., né ha compiuto atti contrari al proprio ufficio.

Altro fatto per il quale il G.I.P. non ritenuto vi fossero gli estremi del reato riguarda la vicenda che vede coinvolti Pirrello Giuseppe, il figlio Onofrio, Vario Giuseppe, Colletta Antonio, Messana Ignazio e Pipitone Giuseppe.

L’ordinanza del G.I.P. mette nero su bianco che “relativamente agli elaborati tecnici riguardanti la c.d. cappella cimiteriale” della famiglia Lipari, l’architetto Vario, funzionario direttivo del Genio Civile di Trapani, ha agito in conformità alla normativa, in quanto egli, come risulta da documentazione acquisita…non risulta in alcun modo che l’arch. Vario fosse a conoscenza della falsità ideologica delle relazioni tecniche prodotte, né che abbia comunque subito indebite interferenze del suo superiore gerarchico ing. Pirrello per violare i suoi doveri..” e concludendo che “ne consegue l’impossibilità di collegare il compenso di € 450,00 pattuito con il geometra Pipitone al compimento di atti attinenti alla sua pubblica funzione, con la necessaria conseguenza di circoscrivere le sue condotte illecite nell’ambito della sua abusiva attività professionale privata. Le medesime considerazioni valgno per la pratica Signorino…”

Terza vicenda in cui il G.I.P. non condivide le conclusioni a cui è arrivata la Procura di Trapani è data dalla vicenda che vede coinvolti Pirrello Giuseppe, Pirrone Andrea e Motisi Gaspare. Il G.I.P. argomenta “non è sufficientemente provato che Pirrone abbia garantito a Pirrelloil rilascio della concessione in sanatoria di cui trattasi e comunque non risulta che egli sia impegnato ad emettere un provvedimento illegittimo. L’impegno di Perrone, stando al tenore delle conversazioni intercettate, è stato quello di -vedere le carte- per trovare una soluzione alla complessa vicenda..” di un immobile di proprietà di un certo Spinelli. “L’esito della vicenda, scrive il Giudice, non è allo stato noto sicchè è una mera supposizione che Pirrone abbia promesso a Pirrello di adottare un provvedimento di concessione edilizia in sanatoria illeggittimo in cambio del concreto interessamento di quest’ultimo nella questione dei pontili da smontare nel porto di Castellamare del Golfo… la questione dei pontili già da tempo costituiva oggetto di una legittima iniziativa politica, pubblicamente avviata dal deputato regionale Mimmo Turano, al fine di tutelare gli interessi dei concessionari mediante il rinvio a dopo il periodo estivo dell’efficacia dei provvedimenti di sgombero… in definitiva pur essendo evidente che tra gli indagati intercorrono rapporti confidenziali in base ai quali sono disponibili a favorirsi reciprocamente, il tenore delle conversazioni intercettate non dimostra inequivocabilmente lo specifico rapporto do ut des ipotizzato dagli inquirenti.

Sulla vicenda che vede coinvolti Pirrello Giuseppe e l’Arch. Coppola Giuseppe il G.I.P. sostiene che “dall’esame della conversazione tenuta tra i due indagati risulta soltanto che l’arch. Coppola si è rivolto all’ing. Pirrello per una prestazione privata, incompatibile si con la sua pubblica funzione ma non per questo penalmente rilevante. Il tecnico al quale Coppola si era rivolto in precedenza, stando al giudizio dell’ing. Pirrello, aveva impostato la pratica in maniera assai maldestra sicchè è necessario ripartire dall’inizio.

Per potere eseguire tutti i calcoli e presentare la prescritta documentazione è necessario un impegno rilevante, sia in termini temporali che di coinvolgimento dei propri collaboratori , sicchè la richiesta di un onorario di € 1.500,00 –  per tutte cose – non puòritenersi aprioristicamente eccessivo e perciò comprensivo di una quota costituente il prezzo di un implicito accordo corruttivo finalizzato alla sollecita e positiva evasione della pratica da parte del Genio Civile di Trapani.

Per queste vicende il G.I.P. ha ritenuto insussistenti i gravi indizi di colpevolezza a carico degli indagati, rimanendo in piedi altre numerose circostanze in capo all’ing. Pirrello Giuseppe per il quale il G.I.P. ha disposta gli arresti domiciliari e ha ravvisato gravi indizi di colpevolezza per Pirrello Francesco e Vallone Giusepe ma ha ritenuto non dover applicare alcuna misura cautelare perché non c’è pericolo di inquinamento probatorio o fuga.

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