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A Palermo “Ritratto di ignoto”, la grande mostra dedicata a Banksy.

By   /  12 Ottobre 2020  /  No Comments

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L’esposizione curata da Gianluca Marziani, Stefano Antonelli e Acoris Andipa,  prodotta e organizzata da MetaMorfosi Associazione Culturale, è stata inaugurata nelle due diverse sedi espositive: il Loggiato San Bartolomeo e Palazzo Trinacria

PALERMO – “Ritratto di ignoto. Un artista chiamato Banksy” è la prima mostra interamente dedicata a Banksy in Sicilia. Sono oltre 100 i pezzi originali del più mediatico e popolare ma, allo stesso tempo, più misterioso artista contemporaneo. 

La rassegna è frutto della collaborazione tra MetaMorfosiFondazione Sant’Elia e Fondazione Pietro Barbaro, con il patrocinio del Comune di Palermo e della Città Metropolitana.  L’assessorato regionale all’Istruzione e le due Fondazioni hanno inoltre firmato un protocollo di intesa per la divulgazione nelle scuole e nelle Università della Sicilia.

La mostra è stata inaugurata martedì 6 ottobre, alla presenza del sindaco Leoluca Orlando, nonché presidente di Fondazione Sant’Elia, il quale ha sottolineato: “Siamo una città che ha rotto i ponti, i muri, i confini: e in questo senso Banksy è palermitano, chiunque egli sia. Se Palermo non fosse collegata con il mondo sarebbe finta, se non celebrasse la bellezza sarebbe inutile. Ma attenti, proprio la bellezza è un punto di incontro tra etica ed estetica: se si pensa che sia solo estetica, sarebbe vuota; se si pensa che sia solo etica, sarebbe pesante. Banksy è contenuto e contenitore, forma e scrittura, ha rinunciato al volto ma è conosciuto per il suo nome. E proprio per questo lo sentiamo vicino. Ci ritroviamo nelle sue battaglie, saliamo sulle sue barche, apriamo le sue porte: è un artista 4.0, un passo avanti a noi, ma siamo pronti a seguirlo”.

Sul contenuto etico e politico dei messaggi diffusi da Banksy attraverso le sue opere e il suo modus operandi, si è soffermato anche il sovrintendente di Fondazione Sant’EliaAntonio Ticali, che ha affermato: Banksy usa i muri per abbatterli; sono i muri del capitalismo, del potere, del razzismo, dell’intolleranza, di sonnecchianti politiche in materia di flussi migratori. Invisibile, ignoto, forse inesistente, è più potente di un’arma e va oltre quelli che combatte. Banksy supera l’avanguardia del secolo scorso, concettuale, a volte difficile, spesso elitaria e borghese. La sua arte è di tutti, al punto da divenire il più classico dei contemporanei”.

Per Alfredo Barbaro, a capo della Fondazione “Pietro Barbaro”, l’arte è in grado di rivelare la vera vita di un popolo, di una comunità,di una cultura. Con questa intenzione la Fondazione ha deciso di aprire le sue sale a questo protagonista che, come scrive Maddalena Ricolfi, è simbolo dell’“arte allo stato urbano che sta modificando il volto delle nostre città attraverso il suo tratto rivoluzionario”.

In conclusione, Pietro Folena, presidente di MetaMorfosi, ha spiegato come Ritratto di ignoto sia “lo sbocco naturale, nel cuore del Mediterraneo, di un percorso cominciato anni fa, e che rappresenta, grazie ai nostri curatori, la prima interpretazione critica e ‘museale’ del più noto artista di strada del mondo”. “Palermo – ha sottolineato Folena – capitale culturale di quest’area del mondo, con la sua storia antica e recente, propone di Banksy la sua militanza artistica, civile e culturale a fianco degli ultimi – ben rappresentata dalla motovedetta Louise Michel -, per i diritti dei palestinesi, per la salvaguardia dell’ambiente. Siamo orgogliosi di portare un nostro contributo alle scelte lungimiranti fatte in questi anni dalla Città di Palermo”.

La mostra 

Le opere di Banksy, in prestito da importanti collezioni private, si dividono tra l’ex lazzaretto, poi orfanotrofio, il Loggiato San Bartolomeo, sito satellite della Fondazione Sant’Elia; e Palazzo Trinacria della Fondazione “Pietro Barbaro”, primo edificio palermitano nato come albergo, le cui stanze ospitarono Garibaldi e Tomasi di Lampedusa.

La rassegna presenta un Banksy “a tutto tondo”, ricostruito dai curatori attraverso un percorso che ne analizza filologicamente la biografia, le opere, l’impatto dissacrante sull’immaginario politico e sociale del nostro tempo. 

“Pensare Banksy come artista tra gli artisti appare riduttivo se non regressivo – afferma Stefano Antonelli –  e questa mostra ha lo scopo di stimolare, analizzare e indagare nuove ipotesi e prospettive sulla stessa idea di arte e di artista per come la conosciamo oggi“.

Si tratta infatti –  come spiega Gianluca Marziani  –  di “un progetto sempre più definito e complesso, cresciuto durante le varie tappe che hanno portato la mostra in grandi musei come Palazzo Ducale di Genova e Palazzo dei Diamanti di Ferrara -. Serigrafie di prima scelta, pezzi unici, sculture, multipli da collezionismo, memorabilia: un ampio intreccio di elementi che abbiamo ampliato con uno studio scientifico mai fatto finora, un vero piano parallelo che attraversa ogni singola opera, mappando Banksy nella sua complessità ideativa e concettuale, nelle sue valenze sociali, nei suoi ritmi da social media, nella sua capacità di connettere mondi come mai riuscito a nessun artista dai tempi di Andy Warhol”

Al centro della mostra sempre i temi cari allo street artist: la guerra e la pace, il controllo sociale e della libertà in senso esteso e i paradossi del Terzo Millennio: presenti le immagini più iconiche, da “Girl with Balloon” (nel 2017 definita l’opera più amata dai britannici secondo un sondaggio condotto da Samsung), a “Love is in the Air”, il celebre ragazzo che lancia un mazzo di fiori come se fosse una bomba a mano, apparsa per la prima volta nel 2003 su un murale a Gerusalemme, sulla linea di confine tra Israele e Palestina; “Bomb Hugger” (2003) o “Bomb Love” (primo titolo dato da Banksy), pubblicata durante le manifestazioni in Gran Bretagna contro l’intervento congiunto con gli USA contro l’Iraq.

Parecchie di queste opere giungono dalla Andipa Collection, che quattordici anni fa iniziò per prima ad ospitare il mondo underground“Il mondo dei graffiti e della street art era affascinante, costituito da molte voci – scrive Acoris Andipa -, una in particolare stava attirando l’attenzione di chiunque fosse disposto a fermarsi ed ascoltare”. Da allora, Acoris Andipa ha dovuto “inseguire le opere di un artista sfuggente”, ma nel 2007 ha composto una delle prime mostre di Banksy, visitata in poche settimane da 35 mila persone.

In esposizione anche “diversi inediti rispetto alle precedenti sedi di Genova e Ferrara: tra gli altri, ‘Football terrorist’ (2001) straordinario stencil su tavola, parte di una collezione australiana, opera che segnò l’incontro tra Banksy e il Subcomandante Marcos – evidenzia  Antonelli -. Ma anche quattro nuovi lavori mai esposti prima, tra cui ‘Kids on Guns’, celebre dipinto iconico in cui è di nuovo protagonista la bambina con il palloncino”. 

Presenti poi molti oggetti installativi, alcuni provenienti da Dismaland (l’apocalittico parco a tema nato per pochi mesi nel 2015 in un lido in disuso a Weston-Super-Mare, nel Somerset: partecipano 58 artisti e lo stesso Banksy espone dieci nuovi lavori) e diversi pezzi numerati, sia artigianali che industriali, molti certificati e altri attribuiti.   

Palazzo Trinacria viene ospitata inoltre un’inedita “Arca” che accoglie gli “animali” di Banksy, “soggetti privilegiati, membri di una comunità aperta che rappresenta l’ingenuità istintiva, l’anarchia innata, la libertà di gridare ciò che gli esseri umani hanno perduto sotto il peso dell’anestesia sociale” – spiega Marziani. Tra questi “Mickey Snake”, con Topolino inghiottito da un pitone, attorniato da un alchemico serpente, diversi leopardi da quarto stato, un cane borghese, ma anche una metaforica papera di gomma. Poi ancora l’opera “Laughnow” (2003), con uno dei soggetti ricorrenti, la scimmia, usata per testimoniare l’arroganza dell’uomo nei confronti di altre specie viventi, soggetto che ritorna anche in “Monkey Queen” (2003) dove la regina Elisabetta II è rappresentata appunto con il volto da scimmia. 

La rassegna è accompagnata da un catalogo che racchiude tutte le opere della mostra e i saggi critici di Gianluca Marziani, Stefano Antonelli e Acoris Andipa.

Infine la mostra ha coinvolto anche una comunità di artisti palermitani che hanno letto, ciascuno a suo modo, l’immaginario pop dell’artista inglese, su supporti diversi – muri, lamiera, stickers, graffiti – e angoli differenti della Kalsa. Al progetto realizzato da Skip La Comune, firmato da Skip Valguarnera e Antonino Valguarnera, partecipano gli artisti Grafo, Fenix, Waka, Mr. Cens, Boink, Demetrio Digrado , Daniele Messineo e Othelloman. 

L’artista conosciuto come Banksy non è in alcun modo coinvolto in questa mostra. Il materiale per questa esposizione proviene interamente da collezioni private. Per quanto riguarda l’artista, il suo ufficio è stato informato.

Vademecum

”RITRATTO DI IGNOTO. L’artista chiamato BANKSY”
A cura di Stefano Antonelli, Gianluca Marziani e Acoris Andipa
 
PALERMO | Loggiato di San Bartolomeo | via Maqueda 81
Palazzo Trinacria | via Butera 24
7 ottobre 2020 > 17 gennaio 2021
Orari: martedì | venerdì 9 > 20
Sabato e domenica 10 >20
Intero 8 euro | ridotto 6 euro | scuole 4 euro
Convenzioni sul sito www.fondazionesantelia.it
 
8 euro in convenzione Le Vie dei Tesori (con visita guidata)
Sabato e domenica 10 ottobre | 8 novembre ore 10 > 17,30
Ticket già disponibili su www.2tickets.it
 
Organizzazione e produzione: MetaMorfosi Associazione Culturale
Fondazione Sant’Elia e Fondazione Pietro Barbaro
Patrocinio: Comune di Palermo
Città Metropolitana di Palermo
 
Fondazione Sant’Elia | Loggiato SanBartolomeo | + 39.091.7747695
www.fondazionesantelia.it | fondazionesantelia@gmail.com
FB @fondazioneSantElia @Loggiato
Fondazione Pietro Barbaro | Palazzo Trinacria | +39. 091.333333 |
info@fondazionepietrobarbaro.org
 
INFO E PREVENDITA:  https://www.2tickets.it/titoliese.aspx?ide=1089&set=
Biglietteria: Loggiato San Bartolomeo
Fondazione Sant’Elia – via Maqueda 81

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