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Greenpeace si finge multinazionale del petrolio e svela la corruzione degli scienziati

By   /  9 Dicembre 2015  /  No Comments

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L’organizzazione ambientalista Greenpeace ha rivelato di aver condotto delle operazioni “in incognito” per rivelare quanto sia facile per le grandi società del petrolio, del gas o del carbone pagare gli accademici delle più importanti università statunitensi per scrivere ricerche che mettano in dubbio la ricerca sul clima, e promuovere gli interessi commerciali dell’industria dei combustibili fossili.

Lo scienziato coinvolto è intervenuto ieri pomeriggio durante un’audizione del Senato USA per promuovere la negazione delle tesi sul clima, organizzata dal sen. Ted Cruz in Campidoglio. (Ted Cruz è un senatore repubblicano, tra i più sovvenzionati dalle lobby del petrolio e delle armi – ndt)

Ted-Cruz

Dal comunicato di Greenpeace:

Fingendosi rappresentanti delle compagnie petrolifere e del carbone, giornalisti di Greenpeace UK hanno chiesto a studiosi delle Università di Princeton e Penn State di scrivere documenti che promuovano i benefici della CO2 e dell’uso del carbone nei paesi in via di sviluppo.

I professori hanno accettato di scrivere i rapporti e hanno detto di non essere obbligati a rivelare la fonte dei finanziamenti.

Citando documenti finanziati da industrie del settore, tra cui testimonianze alle audizioni statali e articoli di giornale, il professor Frank Clemente della Penn State University ha detto: “In nessuno di questi casi lo sponsor è stato nominato. Tutto il mio lavoro l’ho pubblicato da studioso indipendente”. Uno dei principali accademici della corrente più scettica sulle teorie del clima, il professor William Happer, ha accettato di scrivere una relazione per una società petrolifera del Medio Oriente sui benefici della CO2 e di consentire all’azienda di mantenere il segreto sul finanziamento.

Il dott. William Happer (il primo a sinistra nella foto di copertina) è titolare della cattedra “Cyrus Fogg Bracket” di Fisica alla Princeton University.

Nelle e-mail ai giornalisti,Happer ha anche rivelato che la società Peabody Energy lo ha pagato migliaia di dollari per testimoniare in un’altra udienza dello Stato. I fondi sono stati versati ad un think tank di negazionisti dell’emergenza clima.

Greenpeace sostiene inoltre di aver scoperto che:

  • Il colosso statunitense del carbone Peabody Energy ha pagato decine di migliaia di dollari un accademico che ha prodotto una ricerca pro-carbone e che ha fornito testimonianza in udienze statali e federali sul clima, per le quali l’importo del pagamento non è mai stato rivelato.
  • Il Donors Trust, un’organizzazione che è stata descritta come “il bancomat oscuro” del movimento conservatore degli Stati Uniti, ha confermato in una conversazione registrata con un reporter sotto copertura che avrebbe potuto far versare anonimamente denaro da parte di una società fittizia Medio Orientale di petrolio e gas ad organizzazioni americane di area “scettica”.
  • Il professor William Happer di Princeton rivela i dettagli di un processo di peer review non ufficiale (peer review= processo in cui un gruppo di studiosi revisiona criticamente il lavoro di altri studiosi), gestito dalla Global Warming Policy Foundation, un think tank scettico del Regno Unito, e ha detto che avrebbe potuto chiedere di produrre un’analisi finanziata dalle compagnie del petrolio attraverso un processo di revisione simile, dopo aver sostenuto che si sarebbe battuto per ottenerne la pubblicazione in una rivista accademica.
  • Un recente rapporto del GWPF che è passato attraverso lo stesso processo di peer review non ufficiale, è stato propagandato come thoroughly peer-reviewed, (sottoposto a revisione definitiva) dall’influente giornalista Matt Ridley – figura di spicco dell’organizzazione.

l’inchiesta di Greenpeace fa eco a un’altra inchiesta pubblicata all’inizio di quest’anno nel New York Times su Wei-Hock (“Willie”) Soon, dell’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics. Soon ha accettato donazioni da aziende dei combustibili fossili e da donatori anonimi in cambio della produzione di articoli scientifici di orientamento scettico sull’emergenza-clima. Ha anche descritto questi studi come “deliverables” (termine da project management che indica i punti fermi ottenuti nel corso di un progetto- ndt) e non ha rivelato chi ha finanziato la ricerca.

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